Ore 04.02. Mi rotolo nel letto!
La cena con gli amici è stata più devastante del previsto. No, niente eccessi alimentari: l'argomento che ha generato il mio attuale stato d'animo è stato: orto, annessi e connessi. O forse quello che più mi turba è che non sono un tipo da conversazioni "da bar". Della serie: come una semplice cena può rivelarsi fonte di quesiti esistenziali ...
Gli amici in questione sono dei sostenitori del "il contadino, in quanto tale, SA". Regolano le proprie azioni sulla base di quello che fa il contadino che abita vicino a loro. Quando il suddetto annaffia, loro annaffiano; quando il contadino scorreggia, loro scorreggiano. Fin qui tutto bene ... il problema è se tu (io nello specifico) non fai come il contadino!
E qui entra in ballo tutta la mia incompetenza nella comunicazione "da bar" ... io sono uno scettico incallito e mi domando sempre il perchè delle cose. Talvolta mi do anche delle risposte, che cerco di ottenere attraverso un procedimento logico ... o che mi sembra il più logico possibile (per esempio ritengo che il fatto di vangare e rigirare la terra concimata con sterco animale sia dovuto al fatto che, se metti una pianta nello sterco non maturo, questo la "bruci"; d'altro canto non ritengo assolutamente necessario fare lo stesso con il compost maturo ... ). Inoltre, per le conversazioni da bar i miei tempi di reazione non vanno bene: sono paragonabili a quelli di un bradipo zoppo (o, parlando di bar, di un alcolizzato allo stadio del Fernet). Ho bisogno di meditare a lungo su cose di cui non ho una conoscenza così approfondita ... devo cercare di racimolare tutte le informazioni sparse di chimica, fisica, tecnologia rurale, botanica accumulate in anni di non studio e metterle in un qualche ordine ... e non mi viene immediatamente (presto e bene non sempre viene).
D'altro canto, dopo aver "insegnato" per tre anni a persone di tutto il mondo le basi della "competenza interculturale" ho imparato un paio di cose. La prima (e più importante) è: l'appartenenza ad un "gruppo" non è di per sè sufficiente a qulificare gli appartenenti a quel gruppo come esperti su usi e costumi del gruppo (il solo fatto di essere cattolico non ti rende un teologo o essere italiano non vuol dire che uno sappia usi e costumi che vigono in Val Passiria o conosca tutti i formaggi del Piemonte).
Ergo il contadino sarà anche tale, ma può anche fare delle cose solo perchè ha sempre fatto così, il che non vuol dire che sia giusto o sbagliato: vuol solo dire che per lui funziona e che non è disposto a fare altrimenti. Io sarei anche disposto a fare altrimenti, ma al momento funziona così come faccio ... a questo punto sono le 5 meno dieci ... e sono arrivato ad una conclusione: molto probabilmente io ed il contadino facciamo cose diverse, forse uno dei due fa quelle giuste e l'altro no, ma chissenefrxxa! L'importante è il risultato!

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Commenti

  1. condivido ,l'orto è anche un posto per stare con se stessi e pensare ,ragionare, autocorreggersi ,sperimentare..... non esistono le verità assolute

    baccorobby

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  2. condivido! Diciamo che il contadino ha un sitema evolutivo molto lento, del bradipo zoppo tanto per parafrasare. Il che non implica che rimanga fermo nelle sue tradizioni. Da un secolo a questa parte l'agricoltura è cambiata assai. Quindi se anche lui cambia vuol dire che non sempre ciò che fà è giusto o è il meglio. Quindi il contadino, che di terra deve vivere, può essere un riferimento da prendere per approfondire e per chiedersi il perchè delle cose. Ciò che fà non deve però essere presa come dogma.

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  3. Beh... anche io sono un "cinico", nel senso che (in base alle mie personali esperienze) tendo a non credere agli "esperti". Il fatto di "fare come fan il contadino" presuppone (come da te indicato) che ci sia una sapienza definitiva. In generale trovo piuttosto dubbia la considerazione sempre alta in cui vengono tenute le "cose" che vengono da lontano, nello spazio e nel tempo. Personalmente credo che dal passato ci vengono preziosi suggerimenti sia sul come fare e sia sul come NON fare. Forse a tutti noi piace pensare che, in un luogo lontano o in un tempo lontano, ci sia stata una età dell'oro a cui tornare.
    Sulle "discussioni da bar": purtroppo molto spesso la comunicazione è un monologo. Non si comunica per avere una comunicazione di rimbalzo, ma per far vedere quanto si è "meglio" dell'altro. Ne viene fuori una comunicazione di tipo "televisivo", in cui si cerca la battutita fulminante ed arguta e non lo scambio e l'arricchimento reciproco.
    Vabbuo'... scusa il pippone mentale... :-)

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  4. Ma che razza di amici ti ritrovi!
    E in che razza di discorsi vi andate a cacciare!
    Io guardo gli orti degli altri, ma non copio.
    Leggo e ascolto, magari provo, sperimento, modifico.
    Sbaglio.
    Ho successo.
    Ma non per mio (o altrui) merito o conoscenza.
    Fiuto il tempo in modo irrazionale: quest'anno ho seminato patate e piselli con diverse settimane di ritardo sul calendario appeso al muro.
    Ma al tempo giusto secondo il mio calendario (che aveva ragione).
    Impossibile da descrivere.

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  5. Caro Funtanin! Talvolta mi domando anch'io la stessa cosa ... a mio discapito posso solo dire che si tratta di una ex compagna di classe della moglie e relativa famiglia.
    Sappi comunque che dopo la discussione ho "intervistato" altri amici degli amici per sapere qualcosa di più sulla faccenda "orto".
    Quanto ne emerge è la ricerca di un ritorno alle origini senza il benchè minimo bagaglio. Non intendo solo quello tecnico (letture, tradizioni e che), ma neanche quello morale di umiltà in un settore in cui uno non sa nulla e cerca di chiedere per avere aiuto, trovando poi una soluzione adatta alla propria realtà. L'avessi saputo prima .... masai quante pippe mentali in meno mi facevo!!!!

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  6. l orto piu bello e quello con i fiori e gli alberi da frutta nello orto puoi metterci una bella fontana coltivare le aiuole ma non mettere i nani che tristezza se la terra lo permette puoi trovarci le lumache ma solo per giocare

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