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Visualizzazione dei post da ottobre, 2010
Fava, Favino, Favetta - Vicia faba L.
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La Fava come pianta alimentare è stata utilizzata dall’uomo nell’area mediterranea e medio-orientale in tempi molto remoti. Nell’antichità e per tutto il Medio-Evo, fino al secolo scorso, le fave secche cotte in svariati modi hanno costituito la principale base proteica alimentare di molte popolazioni. La loro composizione media è, infatti, la seguente: sostanza secca 85%, sostanze azotate 23-26%, ceneri 3%, grassi 1,2%, fibra grezza 7%, estrattivi in azotati 48%. La fava si adatta bene a terreni pesanti, argillosi, argillo-calcarei; rifugge da quelli sciolti e poveri di humus, organici, soggetti ai ristagni di acqua. La semina autunnale va fatta in modo che le piantine abbiano raggiunto lo stadio di 3-5 foglie prima dell’arrivo dei freddi. Nelle regioni centrali l’epoca ottimale di semina è tra ottobre e novembre. Eventuali semine primaverili (in realtà a fine inverno) vanno fatte quanto prima possibile per anticipare il ciclo e sfuggire alla siccità. Nella coltura ortense la fava a
Pisum sativum Asch. et Gr.
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Il pisello è una pianta che ha limitate esigenze di temperature per crescere e svilupparsi, ma rifugge i forti calori e la siccità. Germina con accettabile prontezza con temperature del terreno intorno a 4 °C, mentre la temperatura ottimale per il compimento del ciclo vitale è compreso tra 15 °C e 18 °C. La resistenza al freddo del pisello è limitata, ma varia molto con il grado di sviluppo della pianta e con la varietà. La fase di massima resistenza è lo stadio “4-5 foglie”, in cui sopporta senza danno temperature fino a -8 °C allo stadio di fioritura anche gelate leggere sono dannose. Il pisello teme moltissimo i ristagni di umidità che rendono il terreno freddo e asfittico. Non ha esigenze particolari riguardo al terreno, tuttavia i terreni più adatti sono quelli piuttosto sciolti, ben areati, con moderato contenuto di calce e pH compreso tra 6,5 e 7,5, di buona capacità idrica. È buona norma prevedere un intervallo di almeno 4 o 5 anni prima di far tornare il pisello sullo stesso t
Vediamo se quest'anno viene ...
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AGLIO L'aglio si adatta bene per quanto riguarda il terreno purchè sia soffice, ma preferisce comunque terreni con bassa salinità e ben dotati di sostanza organica. L'ottimo di reazione oscilla tra pH 6 - 7. Per controllare meglio le malattie fungine il terreno deve essere ben aerato e lavorato per evitare qualsiasi ristagno d'acqua. Le esigenze di temperatura sono: • semina diretta nell'orto, 5°C almeno per la germinazione; • temperatura letale -10, -15°C; • le piante che non sono mai esposte a temperature inferiori ai 15 gradi hanno difficoltà a formare il bulbo. ROTAZIONE / CONSOCIAZIONE L'aglio di norma segue colture che lasciano il terreno ben dotato di sostanza organica, sofficie e con poche erbacce. Per tali motivi è bene che segua spinaci, patate, cavoli, mentre risulta svantaggiosa la successione ad altre Liliaceae o bulbose, o piante a radice carnosa; non deve mai succedere a se stesso per motivi fitosanitari, è opportuno far trascorre almeno 4-5 anni prim
Sistema.
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Visto che Barba mi ha detto che ci vorrebbe un kit per ogni giorno, propongo qui una xxxx mentale che mi ero fatto a suo tempo su come mi sono organizzato per le "emergenze". La mia idea era: creare un sistema modulare di "kit" che fosse in grado di soddisfare diverse esigenze. Le esigenze fanno la differenza! Io ho le mie, voi avete le vostre. Ad esempio io ho bimbi relativamente piccoli che quando escono di casa si sporcano, sporcano, hanno fame e tendono a farsi male, hanno sete o devono improvvisamente andare in bagno :-) In generale le esigenze ed i relativi accorgimenti sono funzione dell'ambiente in cui ci si trova, dello stile di vita che uno conduce, del sesso (maschietti e femminucce non sono, ahimè, uguali) e della disponibilità economica (specie per quanto riguarda i kit). BOB sta per Bug Out Bag, ossia l'asso nella manica che ti tira fuori dai guai. Il materiale medico è trasversale alla "cipolla", nel senso che per ogni strato c'è
Priorità nelle difficoltà.
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Se uno si legge qualche manuale di sopravvivenza "impara" che le priorità sono: riparo, acqua, cibo (seguono le altre ...). Talvolta questo concetto viene espresso con la "legge del tre", ovvero non si può vivere se si sta tre minuti senza aria, tre ore senza adeguato riparo, tre giorni senza acqua, tre settimane (?) senza cibo. Si tratta di una "legge" molto spannometrica , ma che da un'idea sulle priorità in caso di emergenza. La teoria è molto bella. Ma cosa vuol dire tutto questo? Come si fa un riparo? Come si accende un fuoco senza fiammiferi? Come si raccoglie l'acqua? Di cosa ci si nutre? Cosa mi serve per "sopravvivere"? Gli autori dei citati libri vi direbbero che per affrontare l'emergenza è fondamentale avere al seguito un kit di sopravvivenza contenente alcuni materiali che risultano essere d'ausilio nella gestione di queste "crisi". Ma cosa è veramente necessario? A questo punto qualcuno si lascerebbe andare
Orto di ottobre, quasi novembre.
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Dopo il lento naufragare di quest'estate, tocca ora riprendere alla mano l'orto e preparalo all'inverno. Tra le cose da fare tocca: - estirpare le piante che hanno concluso il ciclo produttivo (o farglielo finire :-) tipo i pomodori); - sistemare le canne al riparo, pronte per l'anno prossimo; - setacciare il compost e ammucchiare il terriccio buono; - lavorare il terreno incorporando il compost. La superficie, per l'inverno, la tengo limitata. Inutile far piani in grande quando poi la lotta contro la gramigna mi ammazza. Meglio poco sotto controllo, che tanto allo stato brado! Poi arriva novembre! Seminare aglio, cipolle, piselli e fave :-)
Buoni propositi autunnali
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Sta arrivando l'autunno. La lista dei progetti è lunga come un rotolo di carta igienica, ma il tempo è poco. Sto pensando a cosa fare nei fine settimana invernali con Ansia e Tormento ... - corso su tecniche (primitive) di accensione di un fuoco; - intreccio di corde. Almeno stanno all'aria aperta, si distraggono ed imparano (giocando) qualcosa di utile.